Archivi categoria: Politica

Linuxday 2024 e la voglia di piccole realtà

Qualche giorno fa ho assistito al Linuxday di Torino e sono stato colpito dalla presentazione tenuta da Boris Budini e Redon Skikuli e intitolata «Rise against Big Tech with open source» (la cui presentazione è disponibile qui).
Hanno esposto quello che penso sia il frutto della loro esperienza a proposito di LibreLabs e di Cloud68.co. E questa esperienza è molto interessante: come riuscire a mettere su una infrastruttura gestita completamente da software libero, per l’hosting di applicazioni e servizi anch’essi liberi, senza mai ricorrere a nessuna delle grandi società come quelle conosciute con la sigla GAFAM.

Beh, ovviamente non potevano scendere in dettagli, anzi, non potevano neppure fare un riassunto a grandi linee, perché in un’ora si fa appena in tempo a scalfire la superficie di un argomento così vasto.

Ma la cosa importante è stata l’esortazione a fare qualcosa di simile un po’ ovunque. Loro hanno la base in Albania, ma ci sono servizi simili anche altrove. Ad esempio hanno citato chatons, in Francia.

Allora la domanda sorge spontanea: cosa c’è di simile in Italia?

Linux Day 2022 a Torino

Il 22 ottobre 2022 sono stato al Linux Day di Torino, dove ho tenuto un intervento su come vengono memorizzati i dati (file, directory, device, raid, LVM). Non ho avuto modo di seguire molti altri interventi perché è stata un’occasione per rivedere di persona alcune persone che bene o male gravitano attorno al mondo Linux e all’open source in genere.

Lascio qui la presentazione in formato PDF; qui la presentazione HTML.

Configurazione dei computer per tutticonnessi

Dall’inizio della diffusione del Corona virus e della conseguente maggiore adozione della didattica digitale integrata, ho partecipato all’associazione tutticonnessi che raccoglie, aggiusta, aggiorna e distribuisce strumenti per seguire le lezioni a distanza.

Provo qui a descrivere il procedimento completo per l’aggiornamento di computer portatili che arrivano con vecchie versioni di Windows. Il sistema operativo Windows viene mantenuto solo se ha la licenza in regola, altrimenti in teoria si passerebbe a quello Linux, ma nella realtà non sono stati trovati computer senza licenza in regola. A proposito della licenza ricordo che questa è a volte legata all’hardware (e viene chiamata OEM), mentre altre è stata comprata a parte. In entrambi i casi la licenza viene ceduta con l’hardware dall’azienda che fa la donazione a tutticonnessi.

La prima cosa da fare è capire di che computer si tratta, quindi vanno controllati marca, modello, CPU, memoria RAM, chiave di attivazione di Windows, versione del BIOS e versione di Windows. Per alcune di queste informazione riporto alcuni comandi che vanno eseguito dal prompt di Windows eseguito come amministratore:

  • Numero di serie: wmic bios get SerialNumber
  • Versione del BIOS: wmic bios get SMBIOSBIOSVersion
  • Chiave di Windows: wmic path softwarelicensingservice get OA3xOriginalProductKey

La chiave di Windows a volte si trova stampata su un’etichetta presente sul retro del portatile o nel vano della batteria. Più di recente si è diffusa quella digitale, riconoscibile da un adesivo viola quadrato con l’emblema di Windows, anchìesso spesso sul retro del portatile.

Per l’aggiornamento vanno prima tolti tutti i programmi che non ci interessano. Spesso i computer che riceviamo sono di aziende che li riformattano prima di consegnarli, ma capita che questa riformattazione sia fatta con qualche immagine di Windows già preconfezionata dell’azienda stessa. A volte quindi ci sono applicazioni e configurazioni particolari. L’elenco del software già installato è quello presente nel pannello di controllo.

Installazione di browser. Vengono installati sia Google Chrome che Mozilla Firefox. Con entrambi ci si collega a duckduckgo e si installa l’estensione che viene subito proposta, cosicché le ricerche verranno fatte su un motore di ricerca meno invasivo di quello predefinito. Il browser predefinito viene impostato come Firefox. Con Chrome, dopo aver installato dukduckgo, va fatta una prima ricerca durante la quale il browser propone di ripristinare il motore di ricerca Google, ma ovviamente si deve dire di no.

Pubblicità e altri accessi ad Internet. Windows presenta a schermo vari annunci, inoltre fa ricerche su Internet, spesso non richieste, come quando si apre il menu «Start», cioè quello principale di Windows, e si comincia a scrivere l’inizio del comando, vengono mostrati i risultati della ricerca tra i menu e di una ricerca ulteriore su Internet, magari per proporre un programma non ancora installato. Un altra occasione è quella della schermata di blocco, che ogni tanto contiene informazioni aggiuntive e annunci.

  • Per eliminare la ricerca del menu «Start» bisogna agire su 3 policy di gruppo. Partire dall’editor delle policy di gruppo (gpedit.msc) e selezionare: Criteri Computer Locale > Configurazione Computer > Modelli amministrativi > Componenti di Windows > Certa. Qui abilitare i tre criteri «Non consentire le ricerche Web», «Non cercare nel Web o visualizzare risultati Web per la ricerca» e «Non cercare nel Web o visualizzare risultati Web per la ricerca con connessioni a consumo».
  • Per le pubblicità nella schermata di blocco, usare Impostazioni> Personalizzazione > Schermata di blocco e impostare lo sfondo su «Immagine». Inoltre disattivare «Visualizza informazioni, suggerimenti e altro da Windows e Cortana nella schermata di blocco».
  • Per togliere quelle dal menu «Start» andare in Impostazioni > Personalizzazione > Start e cambiare in «Mostra occasionalmente suggerimenti in Start» e impostarlo su «Disattivato».
  • Per toglierle dalla barra delle applicazioni, andare su Impostazioni > Sistema > Notifiche e azioni e disattivare l’opzione «Ottieni suggerimenti durante l’uso di Windows».
  • Per ultimo, gli annunci ai nuovi utenti: aprire Impostazioni > Sistema > Notifiche e disattivare «Mostra l’esperienza di benvenuto di Windows quando eseguo l’accesso per evidenziare le novità»; oppure «Mostra configurazione e personalizzazione di Windows dopo gli aggiornamenti e occasionalmente quando eseguo l’accesso per segnalare le novità e i suggerimenti».

Riduzione del menu Start. Il menu di Windows 10 contiene, oltre ai programmi che vengono mostrai a sinistra, delle aree chiamate «Produttività», «Esplora» e altre, che vengono mostrate sulla destra. Per toglierle, posizionarsi sulla doppia linea sulla destra del nome dell’area, una alla volta, e col menu contestuale scegliere «Rimuovi gruppo da Start».

Pulizia disco. Una volta completati gli aggiornamenti all’ultima versione di Windows 10, attualmente è la 21H2, si deve avviare il programma di pulizia del disco, come amministratore. Dopo aver scelto il disco, normalmente è C:, da pulire, si dovranno attendere alcuni minuti mentre viene fatto l’elenco delle cose che si possono cancellare e la valutazione dello spazio che si libererebbe. Vanno selezionati, in questo elenco, anche le voci più corpose: «File di ottimizzazione recapito», «Installazioni di Windows precedenti». Questa cancellazione libera dai 20 ai 35Gb, che non sono pochi!

Installazione programmi. Oltre ai due browser Firefox e Chrome, vanno installati l’ultima versione di LibreOffice (con la guida in italiano), Microsoft Teams, SumatraPDF (o Adobe Reader).

Avvio automatico. All’acceso a Windows vengono avviati automaticamente alcuni programmi. Non sono tutti necessari, soprattutto se il computer è vecchiotto e non ha tante risorse. Per disattivare quelli in eccesso, avviare «Gestione attività» dal menu contestuale sulla barra di Windows, selezionare «Più dettagli» nella parte bassa della finestra e poi «Avvio» nella parte alta. Disabilitare: Cortana, Microsoft OneDrive.

Deframmentazione. Dopo aver liberato decine di gigabyte è utile ottimizzare il file system. Avviare l’utility di deframmentazione disco, selezionare il disco di sistema C: e premere il bottone «Analizza», prima, e dopo «Ottimizza». Armarsi di tanta pazienza e aspettare il termine dell’attività.

G Suite for Education (parte 1)

Beh, come tutti al mondo ormai sappiamo, quella che era l’emergenza coronavirus si sta rivelando un fenomeno lungo. Le scuole, con tempi di partenza molto diversi una dall’altra e con velocità completamente disomogenee, si sono organizzate per cercare di portare avanti la didattica tramite la rete Internet.

Si sono subito presentati parecchi problemi, come ad esempio: il dover scegliere una soluzione software capace di supportare la didattica a distanza, la formazione degli insegnanti, la fornitura di hardware agli insegnanti e agli studenti che ne sono sprovvisti, la scelta di hardware e software per gli alunni, il problema del supporto alle famiglie che si trovano a dover seguire i figli a casa oltre che a dover lavorare, e altro ancora.

In una scuola con la quale ho a che fare è stato scelto di adottare la soluzione di Google che si chiama «G Suite for Education». È sostanzialmente un agglomerato di servizi già noti principalmente composto da: la posta elettronica di gmail, i documenti di testo e i fogli elettronici di docs, lo spazio disco su drive, il calendario calendar, la rubrica contacts, la lavagna jamboard e, naturalmente, le video chiamate tramite Meet (ex Hangouts). Il tutto con la necessità di operare con un dominio Internet gestito tramite Google, il quale, Google, promette di confinare tutte le comunicazioni (non si può accedere ad una video chiamata o mandare un email o condividere un file se non si ha un account Google con un indirizzo email di quel dominio) e di non spiare per nulla i dati, i quali sono tutti di proprietà della scuola.

Continua a leggere

L’incontro del partito dei pirati dopo le europee del 2019

Sono venuto a sapere da un amico che i candidati del partito dei pirati che si è presentato alle elenzioni di fine maggio 2019, si sarebbero incontrati a Torino per fare il punto della situazione. Ho deciso di andarli a sentire.

L’incontro si è tenuto il 9 giugno 2019 presso il polo culturale lombroso16, in una delle sale attrezzate per le riunioni. A gestire tutto l’incontro è stato Emmanuale Somma, che mi è parsa la persona con più esperienza politica, peraltro maturata con i Radicali. Sono intervenuti alcuni pirati di persona (Alessandro Ciofini, Marco Ciurcina, Flavio del Soldato, Maria Chiara Pievatolo, Michele Pinassi, Rosaria Talarico, Felice Zingarelli, Monica Amici, Stefania Calcagno) e altri in diretta video (Cristina Diana Bargu, Luigi Gubello, Sara Bonanno). Non c’erano quindi tutti i candidati, ma sicuramente una bella rappresentanza. In sala c’era poca gente, forse tra 20 e 30 persone compresi i candidati.

Queste persone hanno deciso di contribuire al partito dei pirati senza avere grandi esperienze e sapendo per certo che non sarebbero state elette anche a causa della soglia del 4%; ma sono consapevoli di essere riusciti a trasmettere alcuni messaggi importanti. Li hanno trasmessi perché sono riusciti a raggranellare 60809 voti. I messaggi presenti nel programma erano vari, ma dall’incontro ho capito che quelli più importanti per la componente italiana dei pirati sono stati: la riservatezza (alias «privacy»), la diffusione della conoscenza e la disabilità. Devo dire che, anche se messi in quest’ordine, quello che è stato descritto con maggiore ardore dai canditati è il terzo punto, quello sulla disabilità, segue il secondo e infine il primo.

Sul secondo punto, Pievatolo (qui il suo blog minimacademica) ha detto cose interessanti a proposito della possibilità di distribuire i documenti prodotti dagli studi parzialmente o totalmente finanziati con fondi pubblici: a un anno dalla pubblicazione avvenuta su qualche rivista di settore, l’articolo prodotto può essere divulgato dagli autori senza essere bloccati dalla rivista che ne detiene i diritti. Pare che questa pratica sia già stata presa in considerazione dai legislatori di alcune nazioni, mentre manca una legge europea.

Un punto interessante sul quale più d’uno s’è soffermato è la modalità di comunicazione interna. Pare che ci sia stata una «chat» sulla quale alcune persone abbiano avuto dei comportamenti inadeguati. Non so cosa sia successo, ma Rosaria Talarico (qui il suo sito web) è andata contro corrente e ha detto che il problema non è stata la «chat» che intrinsecamente non era lo strumento ideale, bensì le persone. La frase può stupire o meno, ma io sono d’accordo solo per metà: a mio parere gli strumenti come le «chat» scatenano le persone perché non sono abbastanza espressive e lasciano spazio a franintendimenti. Per usarle ci vuole del grano salis che purtroppo è a disposizione di pochissimi.

In ogni caso, adesso che le elezioni sono passate e che nessuno è stato eletto, c’è da decidere cosa fare. I pirati hanno raccolto 60809 voti e alcune centinaia di richieste di iscrizione. Adesso dovranno farle fruttare, ma in questo incontro non è stato detto granché a proposito. Difatti alcuni si sono espressi a favore di continuare una campagna anche su elezioni diverse dalle europee (politiche e amministrative nazionali, regionali, comunali), altri hanno detto che il loro deve restare un partito di scopo. Da quello che ho capito, tutto verrà stabilito anche dopo aver sentito chi si sta iscrivendo ora, ma ci vorrà del tempo poiché il procedimento per l’iscrizione dura alcuni mesi.

Buona fortuna ai pirati e al loro deux ex machina italiano, Emmanuele.