Sono venuto a sapere da un amico che i candidati del partito dei pirati che si è presentato alle elenzioni di fine maggio 2019, si sarebbero incontrati a Torino per fare il punto della situazione. Ho deciso di andarli a sentire.
L’incontro si è tenuto il 9 giugno 2019 presso il polo culturale lombroso16, in una delle sale attrezzate per le riunioni. A gestire tutto l’incontro è stato Emmanuale Somma, che mi è parsa la persona con più esperienza politica, peraltro maturata con i Radicali. Sono intervenuti alcuni pirati di persona (Alessandro Ciofini, Marco Ciurcina, Flavio del Soldato, Maria Chiara Pievatolo, Michele Pinassi, Rosaria Talarico, Felice Zingarelli, Monica Amici, Stefania Calcagno) e altri in diretta video (Cristina Diana Bargu, Luigi Gubello, Sara Bonanno). Non c’erano quindi tutti i candidati, ma sicuramente una bella rappresentanza. In sala c’era poca gente, forse tra 20 e 30 persone compresi i candidati.
Queste persone hanno deciso di contribuire al partito dei pirati senza avere grandi esperienze e sapendo per certo che non sarebbero state elette anche a causa della soglia del 4%; ma sono consapevoli di essere riusciti a trasmettere alcuni messaggi importanti. Li hanno trasmessi perché sono riusciti a raggranellare 60809 voti. I messaggi presenti nel programma erano vari, ma dall’incontro ho capito che quelli più importanti per la componente italiana dei pirati sono stati: la riservatezza (alias «privacy»), la diffusione della conoscenza e la disabilità. Devo dire che, anche se messi in quest’ordine, quello che è stato descritto con maggiore ardore dai canditati è il terzo punto, quello sulla disabilità, segue il secondo e infine il primo.
Sul secondo punto, Pievatolo (qui il suo blog minimacademica) ha detto cose interessanti a proposito della possibilità di distribuire i documenti prodotti dagli studi parzialmente o totalmente finanziati con fondi pubblici: a un anno dalla pubblicazione avvenuta su qualche rivista di settore, l’articolo prodotto può essere divulgato dagli autori senza essere bloccati dalla rivista che ne detiene i diritti. Pare che questa pratica sia già stata presa in considerazione dai legislatori di alcune nazioni, mentre manca una legge europea.
Un punto interessante sul quale più d’uno s’è soffermato è la modalità di comunicazione interna. Pare che ci sia stata una «chat» sulla quale alcune persone abbiano avuto dei comportamenti inadeguati. Non so cosa sia successo, ma Rosaria Talarico (qui il suo sito web) è andata contro corrente e ha detto che il problema non è stata la «chat» che intrinsecamente non era lo strumento ideale, bensì le persone. La frase può stupire o meno, ma io sono d’accordo solo per metà: a mio parere gli strumenti come le «chat» scatenano le persone perché non sono abbastanza espressive e lasciano spazio a franintendimenti. Per usarle ci vuole del grano salis che purtroppo è a disposizione di pochissimi.
In ogni caso, adesso che le elezioni sono passate e che nessuno è stato eletto, c’è da decidere cosa fare. I pirati hanno raccolto 60809 voti e alcune centinaia di richieste di iscrizione. Adesso dovranno farle fruttare, ma in questo incontro non è stato detto granché a proposito. Difatti alcuni si sono espressi a favore di continuare una campagna anche su elezioni diverse dalle europee (politiche e amministrative nazionali, regionali, comunali), altri hanno detto che il loro deve restare un partito di scopo. Da quello che ho capito, tutto verrà stabilito anche dopo aver sentito chi si sta iscrivendo ora, ma ci vorrà del tempo poiché il procedimento per l’iscrizione dura alcuni mesi.
Buona fortuna ai pirati e al loro deux ex machina italiano, Emmanuele.