Siamo dunque arrivati a questa conclusione: per evitare che ci siano nuovi hacker si deve avviare una «zero tolerance for hacking in schools and early intervention […] to strengthen the moral values of students against hacking and channel their interest in computers in a positive direction.»
Sinceramente non sono d’accordo per nulla con la prima parte, cioè la tolleranza zero, che è sempre un comportamento negativo perché punta al muro contro muro; mentre invece mi pare decisamente corretto rafforzare la morale e il senso civico.
In questo articolo manca però un consiglio che io invece mi sentirei di dare a chi ha a chi dovrebbe avere una «tolleranza zero»: una volta identificati questi personaggi, invitarli a migliorare il software che loro stesso hanno «bucato».
http://cacm.acm.org/magazines/2013/4/162513-why-computer-talents-become-computer-hackers/fulltext